Livio Garzanti

Ultima grande figura dell’epoca degli editori di cultura del dopoguerra – accanto a Valentino Bompiani, Giulio Einaudi, Giangiacomo Feltrinelli, Angelo Rizzoli, e Arnoldo Mondadori – alla guida di case editrici che si identificavano con i loro fondatori ed erano un mix tra lavoro artigianale e industriale, Livio Garzanti viene ricordato come un imprenditore complesso e imprevedibile che si muove tra alta cultura e divulgazione.

Monografia di Livio Garzanti

Biografia

Figlio di Aldo, prima allievo di Giovanni Pascoli a Bologna e poi industriale chimico, e Sofia Ravasi, donna colta, francesista e leopardista, nacque a Milano il 1˚ luglio 1921.

Nel 1939 il padre rilevò la Treves, considerata la più importante casa editrice italiana dell’epoca, alla quale le leggi razziali avevano impedito di proseguire l’attività, conservandone la marcata impronta letteraria.

Laureatosi in filosofia con Antonio Banfi, dalla fine degli anni quaranta Livio Garzanti diresse L’Illustrazione Italiana, tra le più prestigiose riviste culturali del tempo, e successivamente rimase alla guida della casa editrice dal 1952 fino al 1995, quando fu venduta prima alla UTET di Torino e poi congiuntamente al Gruppo Messaggerie, che oggi ne possiede il marchio.

Erano gli anni del secondo dopoguerra e l’editoria illuminata puntava su romanzieri di talento che raccontassero la situazione sociale del tempo. Nel 1955 Livio Garzanti lanciò Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini e Quer pasticciaccio brutto di via Merulana di Carlo Emilio Gadda. Fu l’editore di Mario Soldati Paolo Volponi, e Claudio Magris. Nel 1965 Goffredo Parise si ispirò a lui per il protagonista del romanzo Il padrone (1965).  Nella prestigiosa collana di Poesia pubblicò Mario Luzi, Giorgio Caproni e Attilio Bertolucci.

Accanto a una redditizia sezione di testi scolastici e parascolastici, manualistica e dizionari, la direzione di Livio Garzanti si caratterizzò per l’avvio di imprese editoriali di grande complessità: dalla divulgazione di alta gamma delle celebri Garzantine a opere imponenti come la Letteratura italiana di Cecchi-Sapegno o la Storia del pensiero filosofico e scientifico di Geymonat. Il suo più grande contributo e capolavoro editoriale fu l’Enciclopedia Europea, la cui solidità culturale rimane come un monumento fisico anche dopo che l’epoca delle grandi opere si concluse con l’avvento del digitale.

A questi grandi progetti culturali alternò la pubblicazione di opere più orientate al mercato, dai saggi di Francesco Alberoni ai romanzi di grande avventura di Michael Crichton, ai best seller internazionali come Colazione da Tiffany o Love story.

Verso la fine degli anni ’80, quasi a conclusione alla sua attività editoriale, incaricò Tullio Pericoli di affrescare la storia della casa editrice nella sala progettata originariamente da Giò Ponti, al piano terreno della sede in Via della Spiga 30 a Milano.

Ritratto di Livio Garzanti

Livio Garzanti fu autore di tre romanzi: L’amore freddo (1980), Una città come Bisanzio (1985) e La fiera navigante (1995). L’ultimo suo libro del 2006,  Amare Platone, è una originale e profonda rilettura del Fedro  e segna il suo ritorno  alla originale formazione filosofica.

Meno nota, ma molto rilevante, fu l’attività filantropica di Livio Garzanti, dedito al sostegno di iniziative di grande rilievo come Emergency, Gruppo Abele, Vidas e a minute attenzioni per chi era nel bisogno. Nel 1986 istituì la Fondazione Ravasi – nel ricordo della madre – impegnandola in un progetto di sostegno alle famiglie con ammalati di Alzheimer. Alla sua morte nel 2015 dispose come lascito la parte più consistente del suo patrimonio, costituita dalla ex-sede della casa editrice Garzanti in via della Spiga, alla Fondazione, estendendone la missione al supporto della popolazione anziana di Milano e territori limitrofi. Dal 2018 l’istituzione ha preso il nome di Fondazione Ravasi Garzanti.

PER APPROFONDIRE

  • Gian Carlo Ferretti, Un editore imprevedibile. Livio Garzanti, Interlinea, 2020
  • Rai Scuola, Addio a Livio Garzanti, 2015 (video intervista)
  • Torno Armando, «La crisi italiana è culturale», Corriere della Sera, 20/06/2011
  • Mario Andreose, Garzanti, l’editore delle sorprese essenziali, Il Sole 24 Ore, 14/02/2015
  • Torno Armando, Il Sole 24 Ore, 14/02/2015
  • Claudio Magris, Corriere, 14/02/2015
  • Tullio Pericoli, Disegni e cartoni per la Sala Garzanti, catalogo della mostra, Ascoli Piceno, Electa, 2000
  • Gian Carlo Ferretti, Controstoria dell’editoria italiana attraverso i rifiuti, Bruno Mondadori, 2012
  • Gian Carlo Ferretti, Storia dell’editoria letteraria in Italia. 1945-2003, Einaudi, 2004
  • Giorgio Cusatelli, in Storia dell’Editoria d’Europa Italia. Vol. II, Shakerspeare & Company, 1995
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