Richiedi il contributo2021-01-25T11:13:41+00:00
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Richiedi il
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Richiedere il contributo

Per richiedere il contributo occorre fare domanda alla Fondazione sul modulo predisposto (scarica Pdf), allegandovi tutti i documenti che ne dimostrano la congruità col Progetto Alzheimer, in particolare quelli che attestano:

  1. La diagnosi di demenza e il riconoscimento di un’invalidità per questa patologia;
  2. L’autocertificazione ISEE del reddito dell’ammalato e del suo nucleo familiare e quella di tutti i figli non conviventi;
  3. L’assegno di accompagnamento e i titoli sociali, se goduti;
  4. Il consenso all’utilizzazione dei dati personali (vedi Pdf);
  5. A che titolo il richiedente rappresenta gli interessi dell’ammalato.

La domanda va recapitata alla Fondazione Ravasi Garzanti Onlus, via Monte Rosa 19 20149 Milano, aperta tutto l’anno eccetto agosto. Se completa in tutte le sue parti, la domanda è evasa in un mese.

La Fondazione ha finora accolto il 50% delle domande ricevute.

Riscuotere il contributo

Per riscuotere il contributo, chi rappresenta gli interessi dell’ammalato stipula col presidente della Fondazione un accordo (vedi Pdf) che definisce l’ammontare del contributo, la durata e le modalità di pagamento, il rendiconto della spesa, i servizi offerti dalla Fondazione oltre il contributo, i casi di revoca, le visite domiciliari fatte per conto della Fondazione, la tutela della riservatezza, i recapiti, la risoluzione delle controversie.

L’accordo prevede anche che:

  1. Chi rappresenta gli interessi dell’ammalato diventi il suo amministratore di sostegno (legge n.6/2004) nominato dal giudice tutelare cui rispondere per la gestione dei beni dell’ammalato compreso il contributo della Fondazione (vedi Pdf );
  2. L’amministratore scelga e assuma il badante, ne tuteli il benessere e garantisca la puntualità degli obblighi previsti dal suo contratto di lavoro e dall’accordo con la Fondazione, oltreché la regolarità del suo permesso di soggiorno se è extracomunitario;
  3. Il contributo venga erogato a partire dalla stipula dell’accordo o dall’assunzione del badante, se questa avviene dopo. Per assunzioni oltre i sei mesi dalla stipula, la liquidazione è subordinata alla disponibilità della Fondazione per l’anno in corso.

Bisogno di aiuto?

Se hai dubbi o desideri maggiori informazioni

Telefona allo 02 45475946 o al 373 7048173 o scrivi a info@fondazioneravasi-garzanti.org

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Il reddito dei figli non conviventi fa cumulo con il reddito famigliare?2020-12-01T22:22:39+00:00

Il Progetto si è dato la regola che i figli già usciti dal nucleo familiare dell’ammalato seguitano a farne parte di fronte al bisogno del loro genitore. In questo caso, il Progetto interviene se il loro reddito non supera i 16.500 euro, ma è disposto a intervenire, seppure in misura da concordare, anche quando esso è compreso fra 16.500 e 30.000 euro.

Per quante ore deve essere assunto il badante?2020-12-01T22:24:02+00:00

Il Progetto vuole dare all’assistenza una ragionevole continuità quotidiana e favorire l’integrazione fra famiglia e badante per questa ragione il contratto lavorativo del badante non deve essere inferiore alle 30 ore settimanali.

Qual è il contratto di lavoro del badante?2020-12-01T22:24:08+00:00

Riferimento è il livello CS, mansione “assistente non formato a persona non autosufficiente”. Assumendo il badante, il datore di lavoro si impegna, fra l’altro, a tener conto delle peculiarità del suo lavoro. Queste escludono attività non assistenziali se non quelle, comunque non prioritarie, suggerite dalla convivenza. Inoltre, devono essere garantite condizioni di lavoro (inclusa l’indicazione esplicita dell’orario) atte a rendere più agevole l’attività assistenziale del badante e a garantirne il benessere fisico e psicologico.

Come si calcola il contributo?2020-12-01T22:24:13+00:00

L’ammontare del contributo è pari al salario minimo sindacale previsto dal contratto di lavoro, in relazione alle ore lavorate ogni settimana e in ragione d’anno solare, o in proporzione per periodi minori. Viene detratto l’importo dei titoli sociali e dell’assegno di accompagnamento, se goduti, e sono aggiunti gli oneri previdenziali e contributivi di legge ed anche quanto è dovuto per il lavoro straordinario autorizzato dal Progetto e per la tredicesima. Inoltre, la Fondazione accantona quanto maturato per il trattamento di fine rapporto, che è in parte disponibile in anticipo su richiesta del dipendente.

Cos’è la demenza2021-01-18T13:01:00+00:00

È l’invalidità dovuta alla perdita delle funzioni dell’intelletto che consentono a ciascuno di noi di essere autonomo e indipendente per far fronte alla vita. La demenza è provocata soprattutto dalla malattia di Alzheimer, ma la causano anche molte altre affezioni degenerative del cervello, e l’ictus, i tumori cerebrali, le encefaliti, i traumi cranici, eccetera. Perciò, nonostante si richiami alla malattia di Alzheimer, il Progetto prescinde dalla malattia responsabile della demenza ed è destinato a tutti gli ammalati di demenza avanzata.

A chi si rivolge il progetto Alzheimer?2020-12-01T22:23:44+00:00

Il progetto Alzheimer si rivolge esclusivamente agli ammalati gravi. Gli ammalati gravi sono quelli diventati così invalidi da aver bisogno di essere assistiti in tutto e per tutto. Per la misura dell’invalidità, il Progetto considera bisognosi di assistenza gli ammalati incapaci di superare la soglia di 67 punti su 100 del test MODA (Milan Overall Dementia Assessment), e tenendo conto dei risultati delle scale IADL e BADL.

Quale reddito deve avere una famiglia?2020-12-01T22:23:56+00:00

Il Progetto è destinato alle famiglie con un reddito annuale inferiore a 16.500 euro certificato dall’ISEE ordinario.

Perché si chiede il riconoscimento dell’invalidità civile?2020-12-01T22:23:35+00:00

Perché esso prova lo stato di malattia e di bisogno.

Il rinnovo annuale del contributo è automatico?2020-12-01T22:24:16+00:00

No. E’ subordinato alle verifiche del reddito e dell’efficacia dell’assistenza domiciliare.

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Un’organizzazione per l’assistenza domiciliare di persone molto indigenti, ammalate di declino cognitivo e comportamentale, e per la qualificazione dei loro badanti.

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Un percorso di ricerca per capire come trasformare l’invecchiamento della popolazione in una grande occasione di sviluppo di innovazione economica e sociale per Milano.

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Un “centro diurno virtuale” in città, a partire da una piattaforma Isidora, ideata dalla Cooperativa La Meridiana, che assicura una maggiore integrazione di servizi con la partecipazione di operatori e familiari.

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